Messaggio di Capodanno 2025

Per noi il tempo che scorre è sinonimo di invecchiamento, timore del domani, rimpianto di occasioni perdute, nostalgia per ciò o per chi non c’è più… Insomma, quasi una maledizione!

In realtà il tempo siamo noi, sono le nostre scelte, è la vita che si svolge e si attua; addirittura il tempo è la carne di Dio, il suo divenire, la sua storia che dovrebbe costituire il nostro modello di assumere il tempo, le occasioni e la nostra libertà.

E’ il senso della benedizione di cui ci ha perlato la prima lettura:

“Ti bene-dica il Signore”, cioè dica bene di te! E’ l’augurio che noi credenti dovremmo sempre farci, il più bello: che Dio dica bene di ciascuno. Che se per gli Ebrei era solo una speranza, per noi cristiani è invece una certezza perché Gesù, con la sua morte d’amore, ci ha dimostrato che Dio senz’altro dice bene di ogni suo figlio e questa stima per ciascuno non viene mai meno, neppure di fronte al rifiuto o al peccato dell’uomo.

        Ma che significa che Dio dice-bene? Qual è il bene secondo Dio? Egli ha in mente una cosa sola: che tutti assomigliamo a Gesù, il figlio autentico, l’uomo vero, quello veramente felice. Noi siamo già fatti come Lui e della sua stessa “pasta”: però occorre che ci appropriamo di questa nostra natura, occorre che la scegliamo come nostra identità, come volto di tutto quanto siamo e facciamo.

        E chi è stato Cristo allora? Che tipo di uomo ha incarnato? Cosa vuol dire che è vissuto come figlio? Significa che Gesù si è sempre ricevuto da Dio. Si è così tanto fidato di Lui da imparare i suoi tratti, le sue scelte, il suo orientamento, la sua maniera di vivere e di morire, di amare e di condividere, di gioire e di soffrire, di lavorare e di riposare, di mangiare e di dormire… Gesù ha obbedito, cioè ha ascoltato con attenzione tutto quanto Dio faceva e diceva e lo fatto proprio: ecco perché diciamo che egli è una cosa sola con Dio, tanto da essere Dio Lui stesso attraverso una scelta essenziale, assoluta, totalizzante. E in questo consiste la salvezza: non per nulla oggi è la festa del nome di Gesù che significa appunto “Dio salva”: io sono salvo, sono cioè felice, sono davvero me stesso, quando sono e vivo come Dio e niente di meno di questo!

        Ma ancora dobbiamo fare attenzione a non intendere ciò come qualcosa di strabiliante o di miracolistico: piuttosto si tratta di comprendere (anzi di vivere!) il fatto che Dio è dentro la carne dei giorni e solo così Lui è anche il mio futuro. E’ il senso della circoncisione, praticata dagli Ebrei ad ogni figlio maschio dopo otto giorni dalla sua nascita e che segnava indelebilmente l’organo genitale per dire che nella tua storia e in quella dei tuoi figli dopo di te c’è per sempre il segno dell’Alleanza di Dio con l’uomo, così che Dio è il tuo presente e il tuo avvenire! Dio è salvatore, amante della tua piccola esistenza, sia ora che in futuro.

        Se ci pensiamo attentamente questo esprime il significato dello scorrere del tempo: tra le mani noi abbiamo solo il presente e l’unico futuro certo che conosciamo è il nostro morire. L’adesso e la morte: sono i due capisaldi della nostra esistenza, le uniche due cose certe!

        E tra l’adesso e la morte esiste quel tratto che ci avvicina all’eternità e che noi chiamiamo tempo, fatto di gesti, carezze, parole, esperienze, risvegli, attenzioni, mancanze, distrazioni, scelte,… E’ il continuo presente che costituisce l’unico punto di contatto con l’eternità, perché solo nel presente ci vengono offerte la realtà e la libertà con le quali realizziamo la nostra vita e immortaliamo chi vogliamo essere per sempre.

Il tempo allora non è una maledizione; non è un eterno ritorno; non è monotonia senza senso; ma è l’oggi nel quale Dio mi aspetta; è la sua novità che ogni mattina mi incontra e mi permette di ricominciare; è la possibilità (l’unica!) che qui e ora mi è data come quella a me corrispondente, perché oggi è soltanto oggi!

        Non a caso la tradizione cattolica ci ha consegnato la bella preghiera dell’Ave Maria che si conclude proprio con queste parole:

“Prega per noi adesso e nell’ora della nostra morte”. C’è dentro tutta la vita nei due estremi certi che la realizzano: l’adesso e la nostra morte. In mezzo c’è tutto quanto in ogni oggi Dio ci metterà tra le mani e solo quello (e non i nostri sogni) sarà il vero futuro certo e non illusorio; sarà l’eternità! 

don Mauro