Curiosità

Dai verbali delle adunanze sono emerse alcune curiosità:

Programma della festa per l’inaugurazione della bandiera (25 luglio 1920)

  • Ore 8.00: comunione generale.
  • ore 10.30: pontificale solenne.
  • colazione
  • 14:30: ricevimento delle associazioni sorelle.
  • 15.30: sfilata alla Chiesa, benedizione dei vessilli delle due associazioni, maschile e femminile e ora di adorazione.
  • sfilata del corteo e comizio nel cortile dell’oratorio maschile
  • Dopo le varie raccomandazioni di serietà da mantenere durante la processione, vengono nominati le seguenti portabandiera: Fiocchi Rina, Marietti Ines, Rola Angela

Benedizione del vessillo – racconto della giornata (25 luglio 1920)

Credo opportuno riportare qui la relazione che fu pubblicata sulla rivista “Le nostre battaglie”.

Dopo un triduo di predicazione abbiamo solennemente benedetto, unitamente a quella maschile, la bandiera del nostro circolo “Giovanna D’Arco”.

Al mattino comunione generale con un successo stragrande di intervenuti che tennero un contegno assai devoto; alle 10.30 messa solenne con accompagnamento corale della GC melzese.

Nel pomeriggio all’oratorio femminile tutto addobbato con fiori e bandiere vennero cordialmente accolte le associazioni maschili e femminili, che numerose intervennero coi loro vessilli da Cernusco, Cologno, Inzago, Pioltello, Vimodrone, Sant’Agata, Gorgonzola, Pozzuolo, Trecella, Treviglio, Liscate, Truccazzano e Vignate.

Alle 15.30  si mosse imponente il corteo dall’oratorio verso la chiesa: in testa vi erano la GC maschile e femminile melzese con i loro vessilli ancora velati e dietro tutte le associazioni sorelle con ben 17 vessilli sfolgoranti al sole passando al canto dei nostri inni per le vie del paese addobbate a festa con una infinità di bandierine multicolori inneggianti al Papa, alla Chiesa  e al cardinale.

In piazza Vittorio Emanuele un gruppo di farabutti della teppa rossa armati di bastoni si avventa contro il corteo prendendo di mira la bandiera del nostro circolo e percuote brutalmente la porta bandiera, i giovani che erano corsi in sua difesa e specialmente i coraggiosi sacerdoti; quella teppaglia nella sua ributtante vigliaccheria non ebbe neppure l’orrore di percuotere bimbe, le più piccole fra le aspiranti, che dimenticando in quell’istante la loro debolezza e dando prova di un coraggio ammirabile erano corse in difesa dei sacerdoti. Dopo un primo momento di scompiglio il corteo si ricompose e continuò verso la chiesa al grido più forte e dirompente di “Viva il Papa” e le nostre bandiere, salve e incontaminate da quelle mani diaboliche, tranne quella di Cologno Monzese che assalita con particolare violenza benché strenuamente difesa ebbe rotto tre anelli, andarono a posarsi sull’altare davanti a Gesù sacramentato che certo in quel momento sorrideva di un ineffabile sorriso ai suoi figli con lui percossi ed oltraggiati.

Dopo la solenne benedizione del Santissimo Sacramento tutte le associazioni si riunirono nell’oratorio maschile ove parlarono Don Giovanni Rossi, che  portò il saluto di Sua Eminenza il cardinale, il rappresentante dell’Unione maschile, le signorine Pellegrini e Brugola per la nostra unione, il signor Gasparini per la buona stampa e altri; siamo fiere che la nostra bandiera abbia dovuto sostenere quasi prima ancora di vivere tale prova. E da questa prima lotta attingiamo forza e coraggio per sostenere quelle più aspre che certamente ci attendono, fiduciosi, con l’aiuto di Dio, del più completo trionfo. 

Adunanza 28 maggio 1920

Presenti: 109
Si comunica alle socie che generalmente i poveri che ricevono la minestra gratuita sono 18 e si invitano le socie ad interessarsi dei più bisognosi onde sollevarli dalle loro miserie

Adunanza 12 settembre 1920

Raccolta fondi per contribuire alle necessità dei terremotati in Toscana

Adunanza 26 settembre 1920

Saluto alla sig.na Giovanna Santagostino che entra in convento, il suo ruolo verrà ricoperto dalla sig.na Elisa Invernizzi.

Adunanza 28 novembre 1920

Lettura dell’articolo “Salviamo i lavoratori”:

Al giorno d’oggi vediamo la quasi totalità dei lavoratori parteggiare per soldi: le recenti elezioni ce lo hanno dimostrato in modo troppo evidente.

E questo perché essi sono convinti che nessun altro partito all’infuori del Socialista difenda e protegga i loro materiali interessi. Vogliamo attirare le nuove lavoratrici dalla nostra parte? Distruggiamo il pregiudizio esistente, persuadiamo i lavoratori che anche noi sappiamo aiutarli materialmente meglio ancora dei “Rossi” e dimostriamolo non a parole ma a fatti, istituendo opere che tornino a loro vantaggio. Soprattutto al giorno d’oggi una necessità si impone: l’istituzione delle scuole professionali le quali servono a far fruttificare nel miglior modo possibile la conquista proletaria delle 8 ore di lavoro che lascia ai lavoratori tante ore libere.

A Melzo esiste la scuola di educazione e di economia domestica: finora il locale è bello, sano e allegro.

Alcune socie fanno delle proposte: una si offrirebbe come maestra per coloro che desiderassero imparare a fare piccoli lavori di riparazione; una seconda propone che tutte le socie concorrano nelle loro offerte a fornire i mezzi necessari materiali ad alcune volonterose che volessero portarsi a Milano per frequentare scuole di taglio e di ricamo; una terza propone che si chiamino a pagamento maestre da Milano; una quarta fa una proposta molto birichina ed invita quelle che presto dovranno entrare in convento a rimanere nel loro paese per svolgere a beneficio dei loro compaesani un’opera santa di bene; un’altra socia si sente in dovere di difendere le consorelle e dice che sono tre sole quelle che lasciano il circolo per farsi religiose, ne rimangono ancora più di 170 che possono pensare a compiere in paese opera di apostolato.

Il nostro Cardinale ha sempre avuto una vera predilezione per le classi umili e fin dai primi anni del suo episcopato vagheggiò un’istituzione che potesse essere di appoggio, di vantaggio materiale e morale ai lavoratori; ora il suo sogno si è mirabilmente tradotto in realtà con la fondazione della Casa del Popolo.

Sorgerà in essa un dormitorio popolare con 1000 letti e vicino ad esso i bagni, le sale di convegno e di lettura, le cucine popolari con un refettorio capace di 500 persone; sorgeranno le scuole commerciali, le scuole di ragioneria per preparare degli onesti impiegati, le scuole professionali con i rispettivi laboratori di elettricità, stamperia, chimica, meccanica e arti tessili.

Sorgerà pure un pensionato per studenti: qui avranno sede tutte le associazioni cattoliche e per lo svago lecito sorgerà il teatro dei popoli capace di 5000 persone.

Ma chi presterà l’opera per l’assistenza, chi lavorerà a beneficio del nostro popolo nella Casa del Popolo? Il Signore ha disposto che insieme alla Casa del Popolo abbia a sorgere una nuova comunità formata da un gruppo di giovani, ai quali farà poi seguito un gruppo di signorine, i quali saranno disposti a lasciare tutto quanto hanno di più caro, a rinunciare a tutto per dedicarsi con una dedizione completa ad un’opera santa di apostolato.

Anche noi vogliamo nella nostra Melzo istituire, ad imitazione di Milano, una Casa del Popolo; vogliamo fondare scuole nostre di studio e scuole professionali, vogliamo che le nostre operaie trovino assistenza e appoggio in seno al nostro circolo. Ma ciò non lo potremmo attuare fino a quando non sorgerà anche fra noi un manipolo di queste apostole ardite che siano disposte a rinunciare a tutto e a dedicarsi a Dio completamente.

ASSUME SEMPRE PIU’ IMPORTANZA
LA FIGURA DEL LAICO

Sarà la nuova comunità che sorgerà sull’esempio di Milano anche in altri luoghi che salverà anche le nostre chiese, i nostri sacerdoti e i nostri conventi. Essi non saranno che semplici borghesi, in apparenza quindi non saranno bersagliati come bersagliata è al giorno d’oggi la veste del sacerdote e il velo della suora e potranno spingersi laddove non può arrivare il sacerdote e la religiosa.

Adunanza 13 febbraio 1921

Relazione anno 1920 

  • Dopo esserci organizzate ufficialmente nel novembre 1919 cercando di formare la coscienza religiosa e sociale delle nostre socie con conferenze quindicinali di apologetica e di sociologia, il 25 luglio Il nostro vessillo fu consacrato oltre che dalla benedizione liturgica dal sangue di alcuni nostri giovani: dalla lotta uscimmo con un proposito: “pregare ed agire”.
  • Il numero delle socie che frequentavano giornalmente la Santa Comunione andò sempre aumentando, quasi tutte partecipano alla comunione generale e all’ora di adorazione del primo venerdì del mese.
  • La maggior parte delle socie anziane si presta per l’insegnamento del catechismo.
  • Si fondarono per desiderio delle socie le scuole di lavoro di taglio e cucito, di studio, di educazione e di economia domestica.
  • Contemporaneamente si fondò la sezione “Buona Stampa” che venne organizzata magnificamente ricca di vita e di propositi santi; si divise il paese in 8 quartieri per ciascuno dei quali si fissarono 5 soci con l’esplicito compito di diffondere e di far entrare in ogni famiglia almeno un nostro giornale ed elevare la vendita dei nostri giornali al numero complessivo di 50.000 copie. Ciascuna delle nostre 170 socie è abbonata alla rivista “Le nostre battaglie”. 
  • Organizzammo una grandiosa pesca di beneficenza per migliorare la biblioteca Popolare circolante San Giuseppe già esistente nell’oratorio femminile e l’incasso per tale iniziativa fu tale da permettere l’acquisto di 500 volumi rendendola attualmente ricca di circa 3500 volumi.
  • Accanto alla sezione Buona Stampa sorse quella di beneficenza San Vincenzo de’ Paoli che provvede la minestra gratuita giornaliera a 25 poveri e imbandì in occasione del Natale un pranzo per tutti i poveri del paese.
  • Col nuovo anno Melzo viene costituita centro di Plaga (regione, zona)  che comprenderà i paesi di Vignate, Trecella, Pozzuolo Martesana, Liscate, Truccazzano, Albignano, Cavaione. 

Ogni buona iniziativa trovò a Melzo appoggio morale e finanziario.
Siamo infinitamente grate a Dio che benedica l’opera nostra fatta a Gloria sua

torna allo statuto