Messaggio natalizio del Parroco alla Comunità

NATALE 2020 

… al tempo del covid

L’angelo disse ai pastori:

Non temete, ecco vi annunzio una mega gioia che oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. 

Lc 2, 1-14

Quando venne la pienezza del tempo,

Dio mandò il suo Figlio, nato da donna.

Gal 4, 4-6

Alzati, rivestiti di luce, perché viene la tua luce,
la gloria del Signore brilla sopra di te.

Su di te risplende il Signore.

Is 60, 1-4

“Vi annuncio una mega gioia che oggi è nato per voi un salvatore”: dice così il testo greco! La gioia mega, grande è OGGI, adesso, qui, ora!

Ma come è possibile che proprio oggi, in questo tempo, ci sia una gioia e per di più così grande; che ci sia un piano di salvezza mentre tutto sembra andare a rotoli; che proprio ora sia un tempo opportuno e un’occasione da non perdere?

Sappiamo e dovremmo tutti aver ormai capito che la gioia che viene dalle cose che vanno bene è troppo precaria (M.Delpini) e che neanche a Natale di duemila anni fa e neppure a Pasqua è cambiato il mondo…!

Ma se OGGI, adesso, qui e sempre, c’è un Salvatore, diventa bello tutto: è bello esistere, si può sperare e guardare al futuro perché se Gesù è vivo e ci ama ed è con noi si può vivere e attraversare di tutto senza abbandonarci alla disperazione, perché l’annuncio del Natale dà senso ad ogni cosa trasformandola dall’interno.

Certo, si continua a piangere o ad ammalarsi, si continua a combattere e a morire e la vita scorre come prima… Ma cambia il senso di ogni evento, cambiano l’orizzonte e la prospettiva in cui tutto avviene e cambia la forza interiore con cui ogni cosa è vissuta perché se Dio è con noi significa che non siamo da soli e che ogni situazione, ogni fatto, ogni emozione, ogni lacrima non sono né vuote né vane perché contengono Dio stesso come quella mangiatoia scomoda e maleodorante nella quale è nato!

Dio OGGI è qui: non è lontano, non è assente, ma riempie questo istante della storia, ci passa dentro, lo conduce avanti, lo colma di valore e di opportunità.

Nel racconto della sua nascita, Gesù non appare mai in prima persona e neppure viene descritto; rimane silenzioso, impercettibile, eppure tutto ruota attorno a Lui e da lui ogni personaggio del presepe è attratto: tutti si dirigono verso di Lui che invece neanche sa camminare; tutti parlano di Lui che invece neanche dice una parola. Egli è nel cuore dei fatti, è il centro del mondo e ne costituisce il senso; si pone in mezzo ai nostri avvenimenti, non per risolverli magicamente e neppure per rimuoverli o metterli tra parentesi; ma li vive con noi al massimo, intensamente, fino all’ultima goccia, senza buttare via nulla: ecco in cosa consiste la salvezza.

Con Gesù tutto ha un senso, un motivo d’essere, una finalità, una speranza: rimangono tutte le difficoltà, tutte le fatiche e tutti i dolori, ma in niente di tutto ciò siamo soli o dimenticati, bensì siamo amati, così come siamo, al punto in cui ci troviamo e proprio nella situazione che stiamo vivendo, perché Dio salva senza chiedere niente! (M.Delpini)

Tutti abbiamo, prima o poi, sperimentato che quando qualcuno ci ama, si può affrontare qualsiasi cosa perché si è sorretti dalla stima, dall’affetto e dalla vicinanza di chi ci vuole bene.

Ebbene, Dio ci ama così tanto da fidarsi di noi e da mettersi nelle nostre mani come fa un bambino.

Gesù-bambino infatti non è una caricatura sdolcinata di Dio, ma ne esprime l’identità autentica e tremenda nelle sue conseguenze: Dio è tutto-fiducia, vive in tutto di fiducia, proprio come fa ogni bambino che non conosce la diffidenza; e questo, Dio lo fa… nei nostri confronti! E’ di noi che si fida; è a noi che si abbandona; è in noi che crede.

Ciò dovrebbe sciogliere le paure, abbattere le distanze, commuovere le durezze, convertire le ingiustizie, donare stima ad ogni uomo ed infondere rispetto per ogni creatura; dovrebbe suscitare l’amabilità e invitare alla pazienza; dovrebbe generare misericordia e desiderio di perdono reciproco; dovrebbe avvicinare i cuori e risvegliare l’attenzione, il servizio e la solidarietà; dovrebbe scardinare gli interessi dell’egoismo e renderci innamorati dell’umanità…

Ecco come fa Dio a salvare: non ha soluzioni magiche o strategie miracolistiche. Semplicemente (e non è poco!) si fida di noi, si fida di me, si fida che io possa accorgermi di chi sia realmente: un figlio amato che ha ricevuto tutto in dono.

E’ il motivo da cui è nata l’usanza di scambiarci dei doni a Natale: per ricordarci a vicenda che il più grande dono da accogliere è… Dio-nella-nostra-vita: e quando Lui trova spazio nei pensieri, nelle scelte e nelle azioni, tutto cambia e si ricostruisce un nuovo orizzonte di valori e di significati; cambiano i giudizi sulla vita e sulla morte; si fanno nuove le motivazioni dei nostri desideri e delle nostre attese; si riaccende la passione per il futuro e si ritrova la speranza.

Ecco perché la Parola di oggi ci ha parlato anche di una pienezza del tempo (Gal 4, 4-6) che è finalmente arrivata con la venuta di Gesù: prima di conoscere Lui e la sua fiducia nell’uomo, il tempo era vuoto di significato, quasi un non-tempo, una incapacità di dare un nome (cioè un senso) ai logoranti e monotoni istanti quotidiani.

Con Gesù inizia il tempo pieno, cioè ricco di significato, fecondo in ogni sua piega quotidiana perché colmo di Dio stesso che nel tempo passa, viene, si adagia, vi muore dentro, lì risorge e gli dà futuro, porta il Paradiso in terra!

Ma come si fa allora a non accogliere questo avvenimento? Come si fa a vivere senza queste motivazioni e senza questa speranza? Come si potrà ricominciare se il buio dei cuori e delle intelligenze persiste?

L’antico profeta in una situazione analoga alla nostra attuale, invitava il popolo a rivestirsi di luce (Is 60, 1-4), anzi (come dice il testo ebraico) a illuminarsi, cioè ad essere luce: sii luce perché viene la tua luce!

Le tenebre fanno a malapena vedere l’oggi, l’istante immediato che stiamo attraversando. Invece accogliere Cristo significa ricevere così tanta luce da poter vedere le possibili strade nuove e liberanti che i nostri passi potranno percorrere.

Sii luce in questa notte e in tutte quelle che sempre verranno; e attingi la tua fiamma da quel fuoco ardente che consumandosi per te riscalda, illumina e da colore e calore a tutte le cose.

E’ Natale allora;… anche in tempo di virus!

don Mauro

Luca Cambiaso (1527-1585)
Adorazione dei pastori
Milano, Pinacotaca di Brera

Le tenebre fanno a malapena vedere l’oggi,
l’istante immediato della vita di ciascuno.

Incontrare Gesù significa farsi illuminare da Lui
e poter scorgere il percorso del nostro pellegrinaggio
e le possibili strade da percorrere.

Comunità Pastorale “S.Francesco” – Melzo