“Noi sappiamo…”

         Nella domenica detta “del cieco nato” durante la quale il nostro Arcivescovo ha fatto visita alla nostra Comunità (10 marzo u.s.), i farisei oppositori di Gesù continuavano a ripetere questa espressione: “noi sappiamo”. Al contrario dell’uomo cieco che invece riconosceva di non sapere e di non capire proprio tutto!

         Mi pare che questo episodio rispecchi un poco quanto alcuni tra noi vanno pensando e ripetendo ormai da troppo tempo, convinti di sapere quale sia il bene della nostra Comunità e quindi sempre pronti ad emettere sentenze, esprimere giudizi (o… pregiudizi!) e a screditare chi tenta di preparare il futuro imminente della nostra Chiesa locale.

         Non dobbiamo anzitutto dimenticare che le parrocchie di Melzo sono costituite in una COMUNITÀ PASTORALE, ossia sono chiamate a lavorare insieme e a gestire la propria attività pastorale non più in modo autonomo, ma in un cammino unitario e attraverso la guida di un unico Parroco e di un unico presbiterio. Ciò significa che le scelte e i vari percorsi di fede vengono definiti non più in riferimento alle singole parrocchie, ma relativamente all’intera Comunità cristiana di Melzo.

E’ proprio a motivo di ciò che, ad esempio, gli Oratori sono stati unificati nella sede del centro interparrocchiale S.Alessandro (che oltretutto venne rinnovato nel 2008, proprio con questo scopo e fin da allora!!): tale unificazione permette un lavoro educativo migliore e, soprattutto, permette al sacerdote responsabile della pastorale giovanile della nostra Comunità di poter essere presente con i ragazzi e i giovani, evitando la dispersione delle forze e dei mezzi, oltre che il dispendio dei costi per mantenere tre strutture in un momento storico in cui anche la comunità ecclesiale (che dopo il covid ha visto ovunque un calo della partecipazione dei fedeli e quindi anche un calo delle offerte che sono la SOLA entrata di una Comunità) fatica a dover gestire e mantenere le proprie strutture. Smettiamola quindi di dire o di scrivere sui social che a Melzo gli Oratori sono chiusi: NON E’ AFFATTO VERO!! Sono invece stati UNIFICATI presso la sede di via Orsenigo che, oltretutto, ha la capienza e le possibilità per ospitare centinaia di ragazzi (come di fatto avviene già da qualche anno durante l’estate).

E’ chiaro che unificando gli Oratori, le due strutture esistenti presso la chiesa del S.Cuore e del Beato Frassati dovranno NECESSARIAMENTE essere riqualificate: è quanto l’Arcivescovo ha indicato a tutta la Diocesi in merito appunto ai beni della Comunità cristiana che, nell’attuale momento storico, possono venire affittati a terzi, oppure destinati ad altro uso (si pensi ad esempio agli Empori Solidali della Caritas) o  persino alienati se le circostanze e le problematiche gestionali lo richiedessero (cfr. la lettera dell’Arcivescovo ai membri dei CAEP “La cura dei beni delle Chiesa”). Proprio in questo senso il Consiglio per gli Affari Economici della nostra Comunità sta già da tempo pensando ad un progetto che possa riqualificare le strutture esistenti in vista di un futuro non certamente roseo per ciò che concerne le finanze delle parrocchie: non dimentichiamo infatti (ma qualcuno lo dimentica spesso!) che siamo appena usciti da una pregressa situazione debitoria assai pesante e subito dopo abbiamo dovuto fare i conti con i guai della grandinata della scorsa estate che, per chi ancora non lo sapesse, ci ha aggravati di ben un milione di euro di danni!

Basta quindi divulgare false notizie in merito!! Che se anche si dovesse riqualificare o alienare qualcosa NON E’ MAI il Parroco da solo che decide: ciò non è proprio possibile perché occorre l’assenso del presbitero locale, del Consiglio per gli Affari Economici, quello del Consiglio Pastorale e, soprattutto, quello degli Uffici competenti della Curia. E comunque, anche in questo caso ogni scelta sarebbe dettata dal tentativo di fare il BENE DELLA COMUNITA’ e di chi verrà dopo di noi e non certo per altri fini o scopi, tanto più che i preti sono a tempo determinato in una Comunità e non lavorano certo per i propri interessi!!

E arriviamo così alla questione della presenza dei sacerdoti nella Comunità Pastorale: è un dato irreversibile il fatto che i preti sono ormai sempre di meno e per di più anziani; i sacerdoti giovani da dedicare al servizio dei ragazzi e degli oratori sono pochissimi e non è più pensabile che in ogni parrocchia ci siano il Parroco e il Vicario di pastorale giovanile! La logica della Comunità Pastorale ha proprio lo scopo di favorire un presbiterio locale che INSIEME gestisce l’ordinario secondo le forze e i mezzi a disposizione: in paesi vicinissimi al nostro è già rimasto il Parroco da solo a dover provvedere sia all’ordinario della vita comunitaria che alla pastorale giovanile! Noi quindi siamo ancora fortunati ad avere ben tre sacerdoti inviati dal Vescovo per la cura della nostra Città più un sacerdote studente che risiede al Beato Frassati e un sacerdote anziano rientrato in famiglia: quindi ben cinque preti che a dispetto dell’età o della salute di ciascuno, sono comunque a servizio della nostra Comunità! EPPURE C’È CHI SI LAMENTA!

Questo è, ad esempio, il motivo per cui all’inizio dell’anno pastorale in corso i sacerdoti hanno pensato alla riorganizzazione degli orari delle S.Messe: durante l’estate non si sapeva ancora che avremmo avuto la presenza di due sacerdoti ospiti e quindi si è provveduto ad un ripensamento degli orari per fare in modo che anche in caso di un’assenza o di imprevisti o di malattia di qualcuno dei tre preti attuali, quello rimasto avrebbe potuto provvedere anche da solo al servizio festivo per tutte le chiese della Città. Le S.Messe le devono celebrare i preti e non i laici e forse, quindi, sono i sacerdoti che devono prendere una decisione in merito; anche perché se si dovessero assecondare le esigenze e i gusti di tutti saremmo qui ancora a dover decidere al riguardo!

Già da queste considerazioni dovrebbe emergere che a volte qualcuno parla proprio per niente o addirittura per cattiveria e seminando zizzania all’interno della Comunità, facendo ipotesi, elucubrando chissà quali dietrologie, diffondendo rumors infondati e falsi… E tutto ciò da parte di chi magari neanche mette mai piede in chiesa o neanche ha i figli che frequentano l’Oratorio o neppure conosce la realtà dei fatti o le motivazioni di certe scelte.

Peggio, però, è quando sono i cosiddetti cristiani devoti che diffondono malumore e pettegolezzo (se non addirittura cattiveria!) anziché andare a chiedere e ad informarsi da chi di dovere (dai sacerdoti della Comunità in primis!) per sapere come stanno le cose. E allora… vai con le mail alla Curia o con i commenti su facebook!! Che bella testimonianza danno così i nostri cosiddetti credenti!!  

Consola (se così si può dire!) il fatto che già S.Paolo duemila anni fa lamentava situazioni analoghe tra i suoi cristiani! Tuttavia, forse, sarebbe ora e tempo di voltare pagina, smettendo di vivere di ricordi o nostalgie per i tempi che furono e che volenti o nolenti NON TORNERANNO MAI PIU’, e soprattutto iniziare a fare i conti con questo mondo attuale che è cambiato drasticamente, coinvolgendo anche la vita della Chiesa e delle singole comunità cristiane. Come ci diceva l’Arcivescovo nella sua Visita Pastorale del 10 marzo scorso, occorre che invece ci domandiamo cosa il Signore ci sta chiedendo QUI e ORA; come la Chiesa ADESSO può continuare ad annunciare il Vangelo; PER CHI o PERCHE’ proseguiamo ad operare nella comunità cristiana; COSA CONTA ED È ESSENZIALE e cosa invece può essere modificato o anche tralasciato…?

Ad un certo punto del suo percorso apostolico, S.Paolo disse esplicitamente ai suoi cristiani di smettere di procurargli fastidi (Gal 6,17): voleva infatti puntare a ciò che era davvero importante e imprescindibile. Lo stesso invito forse ce lo possiamo fare anche noi: BASTA fastidi inutili, lamentosi e frutto solo di pregiudizio o di malafede! Iniziamo a fare bene, a camminare UNITI, a credere in Gesù e non nei nostri sogni, a mirare all’essenziale e non all’opinabile. BASTA difendere il proprio orticello o il proprio ambito compensatorio (e spesso frustrato!) di piccolo e meschino potere e invece impariamo il SERVIZIO autentico alla Comunità!

“Se poi qualcuno ha il gusto della contestazione, noi non abbiamo questa consuetudine e neanche le Chiese di Dio” (1Cor 11, 16).